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Niente incentivo per l’uso dell’auto propria

Carabinieri discriminati sul posto di lavoro. E non si tratta di «comuni» Carabinieri, bensì proprio di coloro che contrastano ogni giorno sul territorio il lavoro sommerso e irregolare. Da tempo, infatti, gli appartenenti ai Nuclei speciali, i Nil, costituiti presso le Direzioni territoriali del lavoro lamentano di essere esclusi dalla ripartizione degli incentivi previsti dal dm 25/11/2014, per quei funzionari che operano sul territorio e impiegano il proprio mezzo privato nell’attività di ispezione del lavoro. Si tratta dei soldi destinati al Fondo istituito dall’art. 14, dl n. 145/2013, relativo agli introiti derivanti dall’incremento delle sanzioni amministrative in materia di lavoro.

Insomma, soldi ai funzionari civili, sì; agli omologhi colleghi con le stellette, no.

Per comprendere meglio la situazione, va innanzitutto rammentato come i controlli sul lavoro in Italia viaggino sulle ruote dei dipendenti pubblici. Vale a dire che gli ispettori devono (in sostanza con poco margine di alternativa) mettere a disposizione il proprio mezzo privato per girare sul territorio in cerca di situazioni da verificare e, se del caso, reprimere. Una situazione (o pre-condizione) dei controlli così consolidata e pacifica che verrà ereditata de plano dall’imminente Ispettorato nazionale del lavoro. La cui norma istitutiva, addirittura, fa tra l’altro proprio riferimento al «mantenimento della misura dell’indennità chilometrica» (art. 5, dlgs n. 149/2015).

All’esigenza di mettere a disposizione, in genere con turnazioni concordate tra i funzionari, il proprio mezzo privato, non sono esentati neppure i Carabinieri appartenenti ai cosiddetti Nil (Nucleo ispettorato lavoro). I quali, anzi, risultano spesso proprio tra i più impegnati, pure in attività serali e notturne, nonché nei fine settimana.

I militari, oggi presso il Ministero del lavoro, e presto aggregati all’Ispettorato nazionale, sono a tutti gli effetti equiparati agli ispettori del lavoro, per qualifica e poteri, adottandone pure lo stesso tesserino. Tanto da essere definiti e considerati a pieno titolo «personale ispettivo», per esempio, dallo stesso Codice di comportamento del personale ispettivo ministeriale, dm 15/1/2014. Il cui art. 2, infatti, conferma che per «personale ispettivo si intende altresì il personale dell’Arma dei Carabinieri, al quale, ai sensi del dm 31 luglio 1997, sono attribuiti compiti di controllo in materia di lavoro e legislazione sociale».

Tenuti al rispetto della deontologia ispettiva, in definitiva; ma non alle stesse condizioni economiche.

Eppure, benché l’equiparazione tra ispettori civili e ispettori carabinieri appaia indiscutibile sulla carta, e pure nell’azione di indagine quotidiana (presso alcune sedi territoriali risultando addirittura preponderante l’attività di controllo del Nil), il ministero del lavoro non pare pensarla allo stesso modo.

Tanto che, con la circolare del 30 gennaio 2015 (prot. 37/0001756/MA005.A003), è giunto a dichiarare espressamente che i destinatari degli incentivi all’azione ispettiva (magari in orari disagiati) e per quanti mettono a disposizione il mezzo privato sono «evidentemente gli ispettori del Ministero che svolgono “effettivamente attività di vigilanza”», con ciò escludendo chi ispezione non fa «e il personale dei Nil operanti presso le Direzioni del lavoro».

Una palese disparità di trattamento a danno della Benemerita, si direbbe. E una partita su cui sarà chiamato a breve a pronunciarsi l’Ispettorato nazionale del lavoro. Onde evitare che i Nil, pure obbedendo tacitamente, lo facciano magari senza rimetterci le proprie autovetture di famiglia.

di Mauro Parisi

[ItaliaOggi n. 266 del 09.11.2016]