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Le novità del decreto legge 34/2020.

 

Con l’uscita dal lockdown per la pandemia, riparte anche l’ispezione del lavoro presso le aziende. Al riguardo, i «segnali» presenti nel decreto «Rilancio», n. 34/2020, del 19 maggio, paiono inequivocabili. Essi riguardano sia nuove modalità con cui «correranno» i controlli, sia l’apporto di alcuni importanti attori degli accertamenti, quali sono i Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro. Da marzo scorso, il personale del corpo ispettivo ha continuato a operare soprattutto in modalità di smart working, da remoto. Per un corpo istituzionalmente dedicato, in via preminente, alle visite in loco, di fatto si è trattato della paralisi. Per comprendere quali saranno le ripercussioni del «blocco» imposto ai controlli ispettivi, in effetti, più per ragioni di «sensibilità» alla contingenza che per reali limitazioni tecnico-giuridiche- sul rendimento istituzionale, basti ricordare come nel corso dell’anno passato erano stati accertati oltre un miliardo e duecento milioni di euro di evasione contributive, con indici di irregolarità delle aziende che in taluni casi, per esempio in materia di vigilanza assicurativa, hanno sfiorato il 90% dei soggetti ispezionati. Ma ora, a quanto pare, si riparte. Tra le molte disposizioni anche in materia di lavoro proposte dal dl n. 34/2020, fa oggi capolino l’articolo 96, che offre una significativa indicazione in materia di «noleggio di autovetture per vigilanza sul lavoro». Al riguardo va ricordato come fino a oggi uno dei cardini della vigilanza dei controlli sul lavoro nel nostro Paese sia stato quello di utilizzare il veicolo personale del funzionario incaricato. A fronte di un uso volontario del proprio mezzo per raggiungere le sedi dei controlli, l’ispettore ha ricevuto un indennizzo a titolo di missione per chilometro percorso. Così a fronte delle molte missioni ispettive quotidiane, nel corso del mese, per molti funzionari, allo stipendio si è spesso aggiunta una legittima «integrazione» salariale incentivante, talvolta per importi non indifferenti.

L’art. 96 del decreto «Rilancio», nella «ripartenza», pare destinato a modificare abitudini di lavoro inveterate, stabilendo che l’«Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) può provvedere, con onere a carico del proprio bilancio, al noleggio di autovetture da utilizzare per lo svolgimento dell’attività di vigilanza». E ciò anche in deroga alle limitazioni già imposte dalla legge sull’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture (cfr. dl n. 78/2010).

Ancora più significativo del corso dei controlli post-pandemia, sembra, tuttavia, l’art. 100 del decreto che dispone, «in via di carattere eccezionale» per il nostro ordinamento, che «per far fronte all’emergenza epidemiologica e al fine di assicurare una tempestiva vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nel processo di riavvio delle attività produttive… il Ministro del lavoro… si avvale in via diretta, oltre che dell’Ispettorato nazionale del lavoro, anche del Comando dei Carabinieri per la Tutela del lavoro». Ciò, fino a non oltre il 31 dicembre 2020.

Una nuova previsione che, per quanto legata attualmente all’emergenza Covid 19, sembra disegnare l’orizzonte di una nuova strategia di riaccentramento al Ministero del lavoro dei compiti di vigilanza del lavoro.

di Mauro Parisi

 

[ItaliaOggi n. 122 del 26.05.2020]